Che cos è il food design riassunto
Esempi di food design
NSF è un’organizzazione indipendente e senza scopo di lucro, impegnata nel miglioramento e nella tutela della salute. Il suo obiettivo è lo sviluppo di standard di sicurezza e igiene alimentare e di programmi di certificazione.
Uno standard di riferimento internazionale è la norma UNE-EN ISO 1672 intitolata Macchine per la lavorazione degli alimenti: concetti di base e requisiti igienici, che specifica i requisiti igienici comuni per le macchine per la preparazione e la lavorazione degli alimenti al fine di eliminare o ridurre al minimo il rischio di infezioni, malattie o lesioni di origine alimentare.
Il concetto di pulibilità sta attualmente prendendo piede ed è definito come la facilità di pulizia di una superficie, di un’apparecchiatura o di un impianto. I metodi per valutare la pulibilità consistono nel sottoporre l’apparecchiatura da valutare e un’apparecchiatura di riferimento allo stesso processo di sporcizia e pulizia. La pulibilità di un’apparecchiatura viene determinata valutando la crescita di microrganismi dopo il processo di pulizia a cui l’apparecchiatura è stata sottoposta.
Progettista di alimenti
Il cibo non è mai limitato a se stesso. È inscritta in un contesto intellettuale e culturale che la trascende e al tempo stesso la condiziona. Questa è la base del concetto di Food Design, apparso nel primo decennio di questo secolo come risultato del Manifesto della Food Design Community dell’Associazione per il Disegno Industriale (ADI) di Milano.
L’istituto olandese ha creato un proprio manifesto sull’argomento che, a differenza dell’idea tradizionale di stabilire principi d’azione, è concepito come un quadro di continuo cambiamento e sperimentazione in cui l’azione sarà definita dal movimento stesso nel corso del tempo. Coerentemente, i suoi promotori affermano che questo manifesto “non deve essere statico, ma deve essere vivo, decomporsi, fiorire e diffondere semi proprio come fa il cibo”.
Tipi di design alimentare
Nel saggio Che cos’è il Food Design? La panoramica completa di tutte le sottodiscipline del Food Design e di come si fondono, la ricercatrice ed esperta di food design Francesca Zampollo presenta una definizione apparentemente elementare ma essenziale per comprendere il settore:
Il cibo è inteso come un oggetto, pensato in termini di usabilità ed ergonomia. Qui la logica dell’industrializzazione si impone con processi creativi di nuovi formati, materiali, naming e packaging, nonché nuovi sapori, consistenze, temperature e colori.
Questi elementi sono utilizzati per generare un’esperienza sensoriale e confortevole. Inoltre, si pensa agli spazi in cui si preparano e si vendono gli alimenti, come panetterie, caffetterie, negozi di alimentari, ecc.
Il design dell’alimentazione considera tutte le interazioni con il cibo, soprattutto durante i pasti. È considerata la sottoarea più complessa, in quanto comprende altre discipline come la sociologia e l’antropologia, considerando il comportamento delle persone, ricco di variabili.
Il pensiero del design alimentare
In un ambiente economico sempre più competitivo, l’industria alimentare sta raccogliendo la sfida di soddisfare un consumatore altamente informato. Questo settore è consapevole dell’importanza degli alimenti per la salute e richiede una personalizzazione. L’industria alimentare, in particolare, deve quindi distinguersi. Sappiamo che la chiave è la differenziazione attraverso l’innovazione. Si tratta di fare le cose in modo diverso per ottenere un prodotto difficile da eguagliare e, allo stesso tempo, offrire un valore che il consumatore è disposto a pagare.
Nel Michigan (USA) si trova il Museum of Failed Products, creato da Robert McMath, motore del centro di ricerca sui nuovi prodotti e promotore di questa idea originale, che ha iniziato nel 1981 a riunire i prodotti del mercato di massa per fungere da riferimento per gli altri. Autore del libro What were they thinking?, McMath trae alcuni insegnamenti dagli errori commessi.