Per me il design è sottsass

Kawaii sekai
Ettore Sottsass è nato a Insbruck (Austria), il padre era architetto. Si trasferisce presto a Torino (Italia), dove studia architettura. La sua formazione avvenne in un periodo in cui il razionalismo era dominante in Italia. Si arruolò e partecipò alla Seconda guerra mondiale.
Gli anni Quaranta e Cinquanta sono stati i decenni della Ricostruzione italiana e Sottsass vi ha preso parte. Ha lavorato dapprima per un gruppo di architetti, lo studio Giuseppe Pagano, e in seguito ha fondato il proprio studio, The Studio. Viaggia negli Stati Uniti, produce ceramiche, collabora con l’azienda di mobili Poltronova e con Olivetti.
Valentine Olivetti – designaholic ep:72
“Gravito sempre verso le nuove tecnologie perché mi danno l’opportunità di realizzare qualcosa di originale, e l’originalità è sempre l’obiettivo di un creatore. Con la tecnologia di stampa tessile 3D di Stratasys, le possibilità sono infinite. Onestamente, è stata un’esperienza molto interessante e sento che c’è ancora molto da scoprire”.
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1973 – “my terrace” – cortometraggio – edizione completa
Tre volte vincitore del prestigioso Compasso d’Oro, Sottsass è uno dei protagonisti dei gruppi Antidesign (1966), Global Tools (1973), Alchimia (1976), Memphis (1981) e crea lo Studio Sottsass Associati (1982).
Nelle sue opere, Ettore Sottsass getta uno sguardo sul mondo che riflette un nuovo rapporto tra uomo e oggetto. Considerando che l’oggetto influenza più o meno direttamente la persona che lo possiede, crea mobili che non sono più definiti solo dalla loro funzione, ma dalla loro capacità di creare un’immaginazione. Vuole “unire la cultura e liberare la creatività individuale”.
Con la serie Foto dal Finestrino pubblicata ogni mese sulla rivista Domus, Sottsass, acuto osservatore, si interroga sul mondo che lo circonda e lo mette in discussione. Questa poesia del mondo, palpabile nell’oggetto, sarebbe diventata il marcatore di un pensiero e di un’epoca vendicativa.
Ispirata alla Pop Art, la macchina da scrivere Valentine, prodotta da Olivetti, è una vera e propria rivoluzione. Rosso come un rossetto, leggero come una borsetta, sexy anche nelle forme, osa svelare il suo meccanismo e racconta infine la società alla fine degli anni Sessanta.
3 esercizi di prospettiva isometrica risolti
Il primo modello fu prodotto in un colore rosso acceso, lontano dai colori discreti che caratterizzavano le macchine da scrivere. Si può ipotizzare che Ettore Sottsass abbia scelto questo colore influenzato dalla cultura pop degli anni Sessanta.
È stato un artista eclettico e poliedrico, passando dal razionalismo al pop. Era anche un appassionato di fotografia: con la moglie Fernanda Pivano viaggiò per gli Stati Uniti e incontrò i più grandi rappresentanti della beat generation, da Allen Ginsberg a Jack Keruac e Gregory Corso.
Come architetto, imparò la professione dal padre e, giovanissimo, era ancora molto radicale. Nel suo studio milanese, Sottsass and Associates, ha sviluppato una visione “antropocentrica” dell’architettura che cerca di stabilire un rapporto tra natura e costruzione.