Salone del Mobile di Milano

Di notte, è uno dei luoghi più suggestivi della città, che differenzia la zona del Naviglio Grande, più rilassata, dal Naviglio Pavese, più frequentato dai giovani per la sua offerta di discoteche e locali di musica alternativa.

Per il suo sviluppo come metropoli, Milano aveva bisogno di un accesso al mare, che purtroppo era piuttosto lontano, così si decise di creare una serie di canali artificiali e navigabili per consentire il trasferimento delle merci. L’invenzione funzionò solo a metà, perché sebbene fossero stati scavati quasi 100 chilometri di via d’acqua lungo il corso del Ticino, il percorso attraversava diverse valli: le differenze di altitudine influivano molto sulla portata dei vari tratti.

Il ristorante-showroom Manzoni di Tom Dixon

Il flagship store londinese del marchio Burberry ospita un Café di recente apertura (Thomas’s, in onore del fondatore dell’azienda) dove rilassarsi dopo una (dura) giornata di shopping. L’offerta gastronomica spazia dal caffè (o tè) con pasticcini ai classici piatti britannici come l’aragosta.

Muy interesante:  Come superare test design

Il menu dello chef Roberto Di Pinto è una reinterpretazione creativa della cucina tradizionale italiana. Il ristorante dell’Hotel Bulgari di Milano dispone anche di un’ampia carta dei vini (con più di cinquecento referenze), oltre a un’eccellente selezione di cavas e spumanti.

Con una chiara estetica Ralph Lauren, questo ristorante situato a pochi metri dal flagship shop del marchio sulla Fifth Avenue di New York è diventato uno dei locali più trendy della città. Il suo menu ruota attorno alla classica cucina americana; non potrete andarvene senza aver provato i suoi hamburger o la lunga e appetitosa lista di dessert.

All’ultimo piano dell’edificio Chanel Ginza di Tokyo, si trova lo squisito e raffinato ristorante Beige di Alain Ducasse. Il suo menu offre un’interpretazione della raffinata cucina francese preparata con una selezione dei migliori ingredienti giapponesi. Un omaggio all’eleganza di Mademoiselle Chanel, con arredi firmati dal ricercato architetto Peter Marino.

Planeta en Conserva visita il ristorante Ratanà (Milano. Italia)

La holding, in continua espansione, anche grazie all’acquisizione di una quota del 53% da parte di Francesco Trapani, ex amministratore delegato e azionista di Bulgari, punta a far diventare il format Briscola la prima catena di ristoranti made in Italy in Italia e all’estero. Al progetto di nuovi punti vendita in zona Duomo e Porta Nuova, si aggiungerà il restyling di quelli già operativi, sempre a firma Novembre. Nel 2019 il progetto di crescita proseguirà con ulteriori aperture a Londra e Milano.

Muy interesante:  Come craccare in design

Lo studio Novembre, giocando con le forme nei toni del nero, del bianco e del rosso bordeaux, ha creato un ambiente “underground” in contrasto con la cultura della pizza di massa, elevando la qualità dei locali e trasmettendo conoscenza, ricerca e cultura nello spazio oltre che nel prodotto.

Uno degli obiettivi principali era lo sviluppo di un concept con uno stile perfettamente riconoscibile e replicabile su scala internazionale, ispirato all’immaginario di club e confraternite, in linea con il motto del marchio “In pizza we trust”. Elementi che caratterizzano questo esclusivo pizza club sono l’introduzione di un pattern a pavimento nei toni del grigio che richiama l’aspetto retrò dei tradizionali giochi di carte (la parola briscola è infatti il nome di un gioco di carte italiano) mentre alle pareti, attraverso una rilettura dell’iconografia di queste carte, sono presenti figure a grandezza naturale riprodotte nei colori del locale e retroilluminate con LED rossi.

Muy interesante:  Fashion design cos è

Specializzata in progettazione architettonica d’interni

Il nostro tour della bella città italiana inizia con la scoperta di due tesori di cui David è appassionato. Il primo è l’Orto Botanico di Brera, “un bellissimo giardino nascosto, ideale per trascorrere un caldo sabato pomeriggio a leggere”. Fu fondato nel 1775 da Maria Teresa d’Austria, trasformando un giardino che era stato coltivato dai gesuiti fin dal XVI secolo. Oggi conserva l’impianto storico originale, con tre aree separate da due laghetti ellittici: due occupate da aiuole e la terza, l’arboreto, da alberi secolari.

E ancora un suggerimento: Dimore Gallery, “i nostri amici Britt ed Emiliano evocano le atmosfere più incredibili nella loro galleria, è qualcosa da vedere oltre ai bellissimi pezzi, l’atmosfera è sempre speciale”.